mercoledì 13 febbraio 2013

Esseri utili… alla Comunità

Il concetto di utilità è un concetto ormai così abusato e “vacuo” da sapere di banale. Ogni giorno siamo invasi, aggrediti dall’utilità, dall’utile. Ce ne parlano continuamente gli economisti. Ce ne parlano talora nel mondo dello sport e persino dell’arte. Produrre, utile prodotto, risultato utile… Eppure, osservando la storia di questa parola, la tensione verso il “risultato” è un fenomeno molto antico, ma che aveva tutt’altro scopo. Già Fedro diceva, in una delle sue fabulae, «O nata… Nisi utile est quod facimus, stulta est gloria». Se ciò che facciamo non è di una qualche utilità, la gloria è insensata.


Tanti scrittori, matematici, poeti hanno proposto quest’idea nei più svariati contesti, laddove l’utilità era tuttavia concepita il più delle volte come un elemento fortemente calato nel contesto sociale. Essere utili, alla maniera classica (che proprio perché classica torna sempre eternamente moderna), è prendersi cura di una comunità. Ciò è possibile molto più spesso di quanto non siamo abituati a credere, noi tutti figli dell’individualismo contemporaneo. 

Proprio con questo auspicio nasce Util Gioventù. Un libero spazio dove sia possibile parlare di letteratura, filosofia, arte in un modo un po’ personale e diverso. Con l’augurio (e la speranza) di riuscire davvero ad interiorizzare quel monito di oraziana e tassiana memoria, quel «miscere utile dulci»: unire ciò che diletta a ciò che fa riflettere. Sempre con un sorriso sul volto, chiaramente!

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